Tra il copywriter e l’account di un progetto web si crea un legame indissolubile basato su collaborazione e complicità. Ne parlo con Simone Gatti, Manager of Demand Generation di LeadsBridge.
All’interno di un team di lavoro per un progetto web, l’account e il copywriter lavorano fianco a fianco dall’inizio alla fine. ll primo è la mente, la strategia di marketing e il rapporto con il cliente, il secondo è il braccio, o meglio, la mano operativa, che mette nero su bianco le idee e le trasforma in messaggi da trasmettere al pubblico.
Quanto è importante questo legame? L’account ha bisogno di un copy o può fare tutto da solo? L’ho chiesto a Simone Gatti, per anni Project Manager di un’agenzia web e ora manager of demand generation per Leadsbridge. Ecco cosa mi ha raccontato.
Iniziamo dalla divisione dei ruoli? Quanto è importante per te essere supportato da un copywriter? Come manager of demand generation non puoi occuparti anche dei testi?
Ciao Ester, grazie per la domanda. In merito dalla divisione dei ruoli non sono molto dell'idea che l'account sia la mente e il copywriter sia il braccio. Nei miei progetti cerco sempre di coinvolgere il copywriter dalle prime fasi, ovvero dall'intervista con il referente interno dell'azienda che ha commissionato il progetto di content.
Molti ritengono che l’account sia più esperto nella strategia, mentre il copywriter nella redazione dei testi. Io invece ritengo che sia la strategia, sia la comunicazione vera e propria, debba essere fatta a quattro mani tra copywriter e account.
A livello pratico inizio ogni progetto con un brainstorming tra me e il copy, durante il quale definiamo in linea di massima i contenuti da affrontare. In una seconda fase sia io che il copywrriter lavoriamo da soli con l’obiettivo di far emergere nuove idee, e poi ci ritroviamo, facciamo il punto della situazione e condividiamo le nostre riflessioni.
Quando abbiamo definito gli argomenti da trattare, il copywriter redige i testi e io mi occupo di una rilettura finale per verificare che il contenuto e il tono di voce rispecchino le aspettative del progetto e del cliente.
Quando selezioni dei copywriter per i tuoi progetti, cosa cerchi? Stile, competenze tecniche, simpatia,...
Quando scelgo un copywriter per i progetti che sto seguendo cerco prima di tutto una persona molto proattiva. Come dicevo poco fa, non cerco una persona che esegua dei compiti prestabiliti, ma qualcuno che si faccia carico delle esigenze del cliente e, grazie alla sua competenza, porti avanti una strategia di content marketing che esalti i punti di forza e mitighi i punti di debolezza.
Un altro aspetto che valuto è anche la competenza del copywriter nel settore di riferimento del cliente. Se devo gestire, ad esempio, un progetto in ambito cosmetico, cerco un copy esperto di cosmetica, mentre se è un progetto legato a un’azienda di software la sua preparazione sarà molto diversa. Il background del copywriter però non è l’elemento principale della selezione, perché, se è una persona davvero proattiva, può informarsi, e formarsi, durante il progetto, studiando la tematica di riferimento durante le fasi iniziali di studio e analisi.Inoltre, il copywriter non è solo, ma ha dietro di sé un team di persone che lo supporta per creare un prodotto efficace.
Nella selezione di un copywriter la proattività è l’elemento decisivo, su tutto il resto possiamo lavorare in seguito.
Cosa fornisci al tuo copy per lavorare sul progetto? Cosa si aspetta da lui?
Fornisco un brief di progetto con le domande/le risposte che ho fatto durante la prima intervista al cliente. Tendo a coinvolgere il copywriter fin dalle prime battute, spesso già durante l’intervista stessa, per cui capita che il mio brief sia più un insieme di appunti presi durante l’incontro in cui il copywriter era presente e ha preso a sua volta appunti. Così facendo, possiamo unire i miei ai suoi, e riusciamo a non perdere nessuna sfaccettatura di quello che ha detto il cliente.
Ci sono state difficoltà tra te e i copywriter con cui hai lavorato? Come siete riusciti a superarle?
Le difficoltà con i copywriter riguardano per lo più il tono di voce. Può capitare che un copywriter tenda a comunicare, e scrivere, più con il suo tono di voce che non con quello del cliente.
Questo scoglio è tipico dei copywriter junior con poca esperienza, anche se io ho avuto la fortuna di lavorare quasi sempre con copy senior, per cui non è mai successo di avere problemi insormontabili legati al tono di voce dei testi.
Ad ogni modo è un problema che si può risolvere già dopo qualche settimana di lavoro insieme.
Cosa consigli alle aziende? Investire in un account one man show, o creare un team di lavoro composto da più professionisti?
Dipende dalle dimensioni dell’azienda e del progetto. Le aziende molto piccole, ad esempio i liberi professionisti, potrebbero avere difficoltà a interfacciarsi con un team di professionisti, più per l'aspetto economico che altro, e la stessa cosa capita quando si inizia un progetto pilota, come ad esempio il lancio di un nuovo prodotto per il quale si ha un budget ridotto.
In questi casi consiglio di iniziare con un unico professionista, ma solo in fase iniziale.
In genere io lavoro su progetti più complessi e con aziende più strutturate, alle quali consiglio sempre di affidarsi a un team di professionisti, perché la comunicazione non è fatta solo di testi, ma di strategia di marketing, e c’è bisogno di un copy, ma anche di un content creator, di esperti in marketing automation, front-end e back-end developer, social media manager… tutte figure molto specifiche che difficilmente un one man show riesce a interpretare da solo e con ottimi risultati.
Grazie Simone! È stato un piacere avere il punto di vista sulla collaborazione tra copywriter e account.
Se volete saperne di più su Simone e sulla sua attività di Manager of Demand Generation, potete seguire la sua pagina LinkedIn qui